Nel 2013 sono entrata al Ministero dell’Istruzione come Capo dell’Ufficio Stampa a seguito di una selezione pubblica che prevedeva, fra l’altro, la presentazione di un progetto di rilancio della comunicazione attraverso una maggiore integrazione fra il lavoro dell’Ufficio stampa, quello delle Relazioni con il pubblico e la redazione web. Nonché attraverso l’apertura dei canali social del dicastero.
Proprio quest’ultimo punto è diventato la leva di un profondo cambiamento: nel giro di alcuni anni, siamo passati dal Ministero delle circolari a quello dei post. Grazie al supporto e alla collaborazione dei professionisti che hanno operato nel mio ufficio, con un lavoro costante fatto di continua ricerca e innovazione dei contenuti, siamo riusciti a posizionare il Ministero dell’Istruzione fra le Istituzioni non solo più presenti sui social, ma anche più seguite e attive. A titolo di esempio, la nostra pagina Facebook ha oltre mezzo milione di follower, con post che raggiungono fino a un milione di utenti. I contenuti prodotti vanno dalle notizie di servizio, all’ultima ora, alle celebrazioni di Giornate nazionali, fino alle dirette, come quelle proposte durante il periodo del primo lockdown per far sentire una maggiore vicinanza dell’istituzione alla comunità scolastica.
La principale criticità, almeno all’inizio, è stata quella di far emergere con chiarezza, nel contesto interno, il potenziale della comunicazione digital e social. Una volta passato il messaggio, anche condividendo i processi lavorativi con i diversi uffici che sono stati resi, dunque, partecipi e protagonisti del cambiamento, i canali e le piattaforme utilizzate sono divenuti patrimonio della comunità istituzionale, che oggi contribuisce attivamente e collettivamente alla produzione di contenuti. Lo scetticismo iniziale si è trasformato, rapidamente, in riconoscimento dell’opportunità offerta dalle piattaforme digitali che consentono non solo di raggiungere tempestivamente e ovunque l’utenza, ma di rigenerare l’immagine istituzionale.