Per legge le prestazioni economiche vengono erogate dall’INPS quasi esclusivamente su domanda del cittadino: è fondamentale quindi conoscere in anticipo i propri diritti, soprattutto nei casi di potenziali integrazioni degli importi già percepiti.
Nel caso della previdenza, ad esempio, è diffusa la conoscenza del diritto alla pensione, ma non è altrettanto noto il diritto alle sue integrazioni che ne aumentano l’importo: quattordicesima di pensione, supplemento o pensione supplementare, detrazioni fiscali, etc.
I patronati in qualità di mediatori offrono servizi di consulenza specializzati e per pubblicizzare questa attività hanno coniato il termine “diritti inespressi”.
L’intermediazione dei patronati, però, non risolve il problema, perché per ragioni di privacy è sempre il cittadino a dover avviare il processo di consulenza sulla propria posizione.
A questo si aggiunge la complessità normativa, che prevede una moltitudine di servizi economici basati su requisiti reddituali difformi e non comparabili: INPS eroga circa 400 prestazioni economiche, e per le sole prestazioni pensionistiche sono oggi disponibili circa 135 differenti moduli di domanda.
L’idea del Consulente Digitale delle Pensioni nasce per risolvere il problema, innescando proattivamente il cittadino sulla base delle informazioni già in possesso dell’Istituto, fornendo un consiglio personalizzato e ritagliato su misura, in modo da semplificargli e migliorargli la vita.
L’idea di offrire un consiglio è fondamentale e disruptive, perché per timore di sbagliare ed avere responsabilità nei confronti dell’utenza spesso gli operatori di sportello evitano di dare indicazioni non certe, anche se basate su esperienza decennale.
Il consulente non è quindi solo una guida, ma anche uno strumento di innesco dell’esigenza che non sa di avere, promuovendone l’interesse e l’azione finalizzata ad ottenere una prestazione alla quale può avere diritto